Vieni da me
piangente
e mi dici che
nessuno
ha i problemi che hai tu
che nessuno
soffre
come tu soffri
Io ti guardo
e non muovo un dito
perché nessuno
ti conosce
come io ti conosco
nessuno
ti ama
come io ti amo
Vieni da me
piangente
e mi dici che
nessuno
ha i problemi che hai tu
che nessuno
soffre
come tu soffri
Io ti guardo
e non muovo un dito
perché nessuno
ti conosce
come io ti conosco
nessuno
ti ama
come io ti amo
Ricordo, ero giovane
e guardavo gli altri intorno a me
e mi dicevo: mentono
mentono sempre
recitano una parte
io non sarò mai come loro
difenderò ad ogni costo
questo grumo di innocenza
che porto dentro di me
questa è la mia forza
la mia vera essenza
Periferia
è uno stato
un modo di essere
periferia
è quando hai
tutto e niente
è la negazione
un guardare la città
e la campagna
è un centro commerciale
che non ti serve
è il carnevale
del capitalismo
è il sacchetto di monnezza
ammucchiato per la strada
è la puzza
è lo spacciatore
che promette una fuga
senza aereo
è il nero
che ti invidia la vita
e ti chiedi perché
se qui nel cemento
non trovi nemmeno te stesso
Ti chiedi perché
e non c’è risposta,
questo non sono io
ti dici, e al di là
c’è solo un profumo
che sembra irraggiungibile
ed intanto lotti
con i tuoi drammi da palcoscenico,
lotti e ti sembra folle
tutto questo affannarsi:
tanto che importanza può avere
vivere o morire
se ripeti all’infinito sempre
gli stessi errori?
Ma devi farcela, rialzarti
ricominciare ancora
fino a che un briciolo
d’amore dal fondo comincerà
a brillare
Eppure, eppure
Basterebbe andare contro
Come si faceva una volta
Contro le frasi fatte
Il perbenismo di ritorno
Il nuovo regolamento social
A cui tutti si attengono
Perché il gregge non ha mai partorito
Idee rivoluzionarie
Il gregge si limita a seguire
La pecora stupida di turno
Che cammina e non sa dove sta andando
Che segue solo un vago odore di cibo
Di erba buona che crede sia dietro
Il prossimo angolo buio
Eppure, eppure
Basterebbe non andare
Rimanere fermi, dire no non posso
Il mio sentire è diverso
È il fremere di una fantasia
Un riscatto di chi vuole capire
Cambiare, amare
Dare un senso al proprio coraggio
Certo che sei strana
ogni volta che ti chiamo
che ho bisogno di te
tu non ci sei
ti fai negare
arrivi solo quando vuoi tu
mi prendi nel sacco
e ti lascia amare
come a sottolineare
che i miei desideri
sono meno di zero
che io qui non decido
e non conto nulla
e credimi il mio io
non è contento
si lamenta
ma quando arrivi
non esiste più niente
il mondo stesso
sparisce
e si riempie
di bellezza
E’ tutto un prendere
Un dare
Un chiudersi
Un aprirsi
Un fuggire, arrendersi
Un combattere e perdere
E vincere e levarsi
Con le braccia aperte
Dire basta ci sono
Sono io o quello che dicono di me
Sono uno sguardo complice
Una verità ormai obsoleta
Un vento che scompiglia
Un vulcano che ha da dire
Qualcosa e brontola
E sono io questa forma
Che è l’acqua che si adatta
Che muore ogni giorno e
Ogni giorno prega per non morire
Sono io questa piega del vestito
Quella terra abbandonata
Deserta e moribonda
Quella foresta lussureggiante
Piena di uccelli che allegri
Spingono il vento con le ali
Planano su pianure cariche di frutti
Ma a me manca sempre qualcosa
Quel di più che non riesco ad afferrare
Quel difetto congenito
Che mi lascia stranito
Fermo sulla spiaggia ad aspettare
Il tronco che la risacca trascina via
"Arrivi di notte
e oltre a succhiarmi via
un po' di sangue
mi disturbi
mi ronzi nell'orecchio
non mi fai dormire
perché non ti limiti
a mangiare in silenzio?
Perché Dio ti ha fatto
così fastidiosa?"
La sua vocina ronzante
mi risponde :
"Non siamo qui per dormire
te lo ricordo ogni volta
a rischio della mia vita
non siamo qui
per riposare"
Albeggia, io non ci sono
ho lasciato involucri vuoti
e abiti che stanno in piedi
mi resta un grumo
di dolore e qualche brufolo
da lavar via
ma le paure stanno
attente a non parlare
da quassù vedo tanto
vedo tutti i torti e
le grandi illusioni
vedo amori fasulli
grossi drammi
che gridano, che fanno
di tutto per essere
ascoltati
da quassù parto
di nuovo per un viaggio
ma cosa perdo?
cosa non ho?
Non mi serve niente
Avete ragione
sono venuto io
e voi mi avete incatenato
picchiato, umiliato
avete ragione
me la sono cercata
mi sentivo più bello
più importante
più giusto di voi
era quello che meritavo
ero la vostra vittima
che si autoimmolava
"così vedrai ora
come sarai più umile
così vedrai ora
come ci crederai migliori
e tu sarai uno schifo"
ma io vi ammiravo
anche prima
così liberi
così veri
così capaci di tutto
e sono venuto
per capire
come si fa
a cambiare