La tua personalità
È frutto del DNA, ambiente, volontà
È il ponte che porta al Sé
Ma è grezza, a volte oscura
Ha bisogno di essere liberata
Dai programmi, dai pesi.
L’oro non s’inventa
Si prende da quello che c’è:
Letame o farina
Grano o pula
La tua personalità
È frutto del DNA, ambiente, volontà
È il ponte che porta al Sé
Ma è grezza, a volte oscura
Ha bisogno di essere liberata
Dai programmi, dai pesi.
L’oro non s’inventa
Si prende da quello che c’è:
Letame o farina
Grano o pula
E’ tutto qui
Questo prodigarsi in certi stadi
Ma il permesso di volare
Non è negato è
Solo rimandato nel tempo
Che non esiste veramente
Sei il cervello intasato di un asino cocciuto
Sei il sole addormentato di mattina sul selciato
Sei la gioia inespressa del bimbo che piange
Non dimenticarti
La sera nel silenzio
Compone ritmi perfetti
E la noia batte
Con insistenza nel petto
Chi ha preso il tuo cuore?
Chi lo tiene stretto?
Combatti, alzati e trema
Cerchi di luce nella bruma
È tutto silenzio nel vento
Ora comprendi tutto
Il senso di un abbraccio
Comprendi il tuo dramma
Fino in fondo
Tremi lo so, tremi
Che altro resta
Nulla di tutto ciò
Nulla di ieri e di domani
Un cielo affastellato di ricordi
Come un marzo bagnato di verde
Dall’occhio che brilla di salsedine
Uno stanco cielo s’infiamma
E un dolore resta appiccicato
Alla porta socchiusa del cuore
Prendi il coraggio, danza
Permetti alla vita di farti male
Non hai che da perdere un sogno
Pochi i nostri amici ci ricordano
Che il soliloquio è finito
Non importa dove è stato, dove si fermerà la mano
Dove questo pomeriggio si scontrerà con il resto del tempo
D’accordo, è un’impostura
Un modo di essere distaccato
Ma non interrompere il filo
Non disgregare ciò che va unito
È tutto nell’atanor della vita
Che ribolle di nero seppia e blu cobalto
Sai dirmi ora che si fa
Qual è il processo per cui tutti
Andiamo verso una grande X appesa al muro?
E non si tratta di un tesoro nascosto
Ne di un legame appassionato
È solo l’ultima grande illusione
Che ci permette di cadere finalmente
Nei sottili reami del nostro esistere
Lasciare che la mente sia ape
e vederla svolazzare
tra i fiori dei desideri,
osservarla gustare vecchi sapori
e trastullarsi per ore
tra le appassite parole.
Farà il suo giro, sempre lo stesso
poi stanca, ritornerà ronzando
al suo punto zero
Sto per dire banalità
E non mi fermo
La mia lingua lunga ormai
Non vuole meriti
Fa la sua parte di presenza
E capisco che non sempre
Si è lucidi e freschi
Per poter dire e fare
Qualcosa di buono e bello
Strati e strati di abitudini
Alla dissimulazione
Alla negazione
Alla superficialità
Ci tengono a terra
Dispongono di noi
Come marionette
E leghiamo alle parole
I palloncini della nostra inettitudine
Con le grandi ali tra le scapole
mi muovo tra la gente sfiorando
i volti, le membra, e le piume fremono
al tocco misterioso del genere umano
poi mi innalzo in volo tremando un po'
(ho ancora paura di cadere?)
e mi diverto a guardare giù
e a planare fino al limite del bosco
dove mi rifugio per pettinarmi
e godermi la frescura
Ho ancora dentro
Le immagini
Non è passato niente
E forse non passerà
Eppure tante volte
Ho analizzato i perché
I percome
Tutti i personaggi principali
Le comparse
Il momento in cui
Il sipario si è alzato
Ed è iniziato il dramma
Noi sul palco tutti presi
E Il regista che ridacchiava
Soddisfatto per l'interpretazione
Capire i miracoli
Scardinare gli angoli
Poi toccarsi con le punte
Le dita sfiorarsi
Procedere lento
Sulla pelle
Trasformarsi
In vipera
Poi uccello, poi lupo
Chiamare il tuo nome
Disincagliare gli argini
La ruggine
Cade la ruggine
Unirsi
Liberi
Da dentro a fuori
Trovare un modo per uscire
Anima e mente
Nessun tempo
C’è mai stato
Nessun tempo
Mai ci sarà
Dopo