La loro sofferenza
è anche la mia
il loro morire ogni giorno
è anche il mio morire
ed è la piega che prenderà
questo mondo moderno
in cui tutte le finestre sono chiuse
in cui nessuno ti tende la mano
ma aspetta nel suo dolore
che tu gli tenda la tua
La loro sofferenza
è anche la mia
il loro morire ogni giorno
è anche il mio morire
ed è la piega che prenderà
questo mondo moderno
in cui tutte le finestre sono chiuse
in cui nessuno ti tende la mano
ma aspetta nel suo dolore
che tu gli tenda la tua
Il massimo per me
è sentirti viva, presente
il fruscio che fai nell'altra stanza,
il tuo alito che appanna i vetri
della macchina che ci porta
nei posti vicini e mai visitati
come quando, attonito, scopro
proprio vicino al cuore
una macchia che non avevo visto
che non avevo cancellato.
Parlami con la tua voce di mare
toccami come sai accarezzarmi
poi il cielo scomparirà di nuovo
lasciando di noi solo una nuvola
Quando si è stanchi
quando la lingua inciampa
quando tutto cade e tu
rimani a guardarti le mani
allora si è soli veramente
si respira quell'aria fredda
di rancore stupido
si pretende che tutto
magicamente ritorni intero
quando lo sai benissimo
che il mondo ha fatto un giro
e non lo puoi più fermare
I bambini stanno gridando
stanno soffrendo
dicono: basta
non vogliamo crescere così in fretta
non vogliamo più starci
al vostro ricatto
non avete il diritto di manipolarci
per i vostri folli desideri
non dovete più sfogare su di noi
la vostra rabbia
la vostra infanzia negata
la vostra incapacità di amare
di essere felici
non fateci ereditare tutto questo
non fateci quello che hanno fatto a voi
spezzate il circolo vizioso
e mettetevi a giocare
imparate da noi
allora forse la poesia
potrà riavere un senso
Non mi servono regali
le cose, i soldi te li puoi tenere.
Davvero non ne ho bisogno
e non mi serve il tuo aiuto,
non te lo sto chiedendo.
Solo un po' della tua attenzione,
un saluto, un sorriso ogni tanto
qualche parola stupida
per passare il tempo.
Vecchio orso mi muovo
Nelle mie terre
Non so andare lontano
Cincischiando un po’
Di traverso mi metto
Col cuore imbiancato
La testa fasciata e nell’angolo
Un posto che mi assomiglia
Divento più sano fermando
La giostra
Divento diverso da come penso
Divento un po’ più buono
Con me stesso
La neve ha imbiancato l’ultimo gradino
Nemmeno un gatto gira sui tetti
L’aria è fredda e uccelli neri
Magri e sconsolati girano in tondo
Ho voglia di cornetto alla crema
E i programmi di cucina alla tv
Non li sopporto
Chiudo a chiave l’ultima finestra
E le tapparelle scendono cigolando
Il fuori e il dentro mi confondono
Preferisco il cielo
È così immenso e perfetto
Non ha bisogno di alternative
Ma da qui non lo vedo
Ho solo un soffitto
Pieno di crepe