Spelonca arroccata
Sul mare di notte
Bicocca silente
Le onde scompigli
Monda l’anima
Impigrita d’aprile
Riemergi dai flutti
Di questa città marina
Che ride dei nostri conflitti
Che sparisce gentile
Nei relitti sconfitti
Poche lune son passate
Amareggiate nei paraggi
La piaga non c’è a morire
Resta legata al sedile
Dei resti incartati
Dai procedi, dimentica
Il posto non era qui
Ma dietro quella palma
Si celebra la morte del sole
E cadaveri portano lontano
L’odore del mondo ferito
Comprendi ora figlio:
Il cesto delle more esiste
Ma la mano non tocca
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