Un poeta morto
è più rassicurante
di un poeta vivo.
Se ne sta lì steso
nel suo nudo pallore
come una statua di marmo
finalmente fermo
come le sue poesie
e c'è armonia
soprattutto silenzio
e tutto aleggia su di lui:
la musa vedova
cerca casa
Un poeta morto
è più rassicurante
di un poeta vivo.
Se ne sta lì steso
nel suo nudo pallore
come una statua di marmo
finalmente fermo
come le sue poesie
e c'è armonia
soprattutto silenzio
e tutto aleggia su di lui:
la musa vedova
cerca casa
Non forzare lascia stare
Si annidano i piccioni
sui vasi del balcone
ma innaffi i gerani
e prometti altre cose
a chi crede ancora in te
tra poco non avrai
più la forza di guardare
ma ora ammicchi alle donne
forse ti compatiscono
ma ancora ti sorridono
Non forzare lascia stare
I vermi nel sottosuolo
scavano tunnel infiniti
e tu non hai braccia
né gambe per nuotare
come un moscone
voli in tondo
sopra quello che a te
sembra attraente
ma stai attento
a non calpestare
Non forzare lascia stare
Notte di luna vuota
Nascondi viso e mani
Nel buio dei tuoi versi
Ma dolore non lenisci
Rimane fermo
Esattamente al centro
E pulsa intorno
E gli alberi sono streghe
Che appaiono all'improvviso
Portando rami carichi di promesse
È tempo di andare
O di tornare
Colora la mia alba
Un'idea di tenerezza
Tutta questa terra riarsa
Tutta la fame
Non possono che traboccare
Dai muri ed invadere
Il nostro piccolo io
Impaurito dal deserto
Ho riempito di terra
Quel che restava
Della mia tenerezza
Giù al porto arrivano
Navi dall'Africa
Trasportano dolori e nostalgie
Che ci lasciano straniti
Vampate di calore assalgono
I contadini che amano la loro terra
I capitalisti vanno in giro
Protetti dai loro SUV sempre più grandi
Per inseguire la paura di aver paura
E tu riesci a guardare
Me che svio gli occhi
Dalla pesantezza di questo mondo
Tu riesci ad amare i posti
Che io ho sempre fuggito
Ingrato e vigliacco
Nonostante tutto ti sono accanto
E mi insegni come essere
Migliore, autentico
Ad ogni battito di ciglia
La loro sofferenza
è anche la mia
il loro morire ogni giorno
è anche il mio morire
ed è la piega che prenderà
questo mondo moderno
in cui tutte le finestre sono chiuse
in cui nessuno ti tende la mano
ma aspetta nel suo dolore
che tu gli tenda la tua
Il massimo per me
è sentirti viva, presente
il fruscio che fai nell'altra stanza,
il tuo alito che appanna i vetri
della macchina che ci porta
nei posti vicini e mai visitati
come quando, attonito, scopro
proprio vicino al cuore
una macchia che non avevo visto
che non avevo cancellato.
Parlami con la tua voce di mare
toccami come sai accarezzarmi
poi il cielo scomparirà di nuovo
lasciando di noi solo una nuvola
Quando si è stanchi
quando la lingua inciampa
quando tutto cade e tu
rimani a guardarti le mani
allora si è soli veramente
si respira quell'aria fredda
di rancore stupido
si pretende che tutto
magicamente ritorni intero
quando lo sai benissimo
che il mondo ha fatto un giro
e non lo puoi più fermare
I bambini stanno gridando
stanno soffrendo
dicono: basta
non vogliamo crescere così in fretta
non vogliamo più starci
al vostro ricatto
non avete il diritto di manipolarci
per i vostri folli desideri
non dovete più sfogare su di noi
la vostra rabbia
la vostra infanzia negata
la vostra incapacità di amare
di essere felici
non fateci ereditare tutto questo
non fateci quello che hanno fatto a voi
spezzate il circolo vizioso
e mettetevi a giocare
imparate da noi
allora forse la poesia
potrà riavere un senso