Un segno indelebile
di mascolinità
un fuoco di peli
che traccia il finale
di nuove teorie estetiche
copia sospesa di ali d'uccello
sulla bocca chiusa
che ammicca
Un segno indelebile
di mascolinità
un fuoco di peli
che traccia il finale
di nuove teorie estetiche
copia sospesa di ali d'uccello
sulla bocca chiusa
che ammicca
I
Non so perché
Ma mi pare di averti
Sempre conosciuta
Sempre amata
Quando ancora l’universo
Era un bambino
Quando non c’eravamo
Quando nemmeno la mia anima
Poteva avere un ricordo
Eppure è solo nei tuoi occhi
Che vivo, solo in quello sguardo
Che mi specchio
E non ho nulla da portare
Da vendere, da comprare
II
Sapere tutto non basta
Ci porta il cuore da qualche parte
Che non conosciamo
Abbiamo solo gambe e braccia
Che si muovono
Labbra che inventano parole
La nostra è solo una prova
Su come poter amare
Nei mille possibili modi
III
Ci hanno rifilato menzogne
Ai posteri le consegneremo
Intatte, mai abbiamo avuto
Il coraggio necessario per
Poterle confutare
Ce le portiamo appresso
Come abiti consunti
Talmente stretti addosso
Che non si tolgono più
Stamattina
come al solito
ho messo la mia croce
sulle spalle
ma é caduta
inondando di luce
il mio cammino
Versi tipici dei ratti
con fughe di pelo e code
sì sta comodi tra buste
cartelle e strofe
c'è anche un piccolo
pugno di mosche
e un desiderio
che asciuga i margini
Non ho voglia di vedermi
scartato nel non-riciclabile
preferisco la raccolta
in bottiglie sigillate
perché l'igiene é tutto
anche se qui scarseggia
ogni ipotesi di verità
e lo hanno deciso di nuovo
che viene Natale e non sei pronto
non hai portato con te i regali
e il tremolio della vita moderna con le luci
potevi almeno toglierti di dosso quella polvere
che alberga da sempre in quei quattro capelli!
è che non mi tange più quel sorriso finto
mi sento la pelle intristita da tutto
il mio gatto si è buttato giù dalla finestra
e tanta gente miagola disperata nei suoi problemi
io se potessi non scriverei più niente
me ne starei buono ad aspettare
che il coraggio mi venisse a trovare
amerei anche quando non c’è più niente da fare
butterei questa vita, ne avrei altre sette nuove
poi tutto si cancellerebbe lasciando il posto a strisce
logore di lumache
e gli sguardi avrebbero senso
potrebbero di nuovo interessarmi
costringermi a dare delle risposte
io sono il gallo di me stesso
che grida nell’orecchio
è ora, è ora
Hai messo il naso
nel nascondiglio sbagliato
la tua venuta non sarà
registrata
il polso batte con veemenza
il tempo pazzo dei sogni
pochi possono provare
dolore senza dire:
"Non me lo merito"
si parte da qui
dalla fine, sì arriva
al prossimo camino
imbiancato
La prima è sorella
amante, vicina
la forza, sta dentro
autonomia
rabbia e tenerezza
la madre
riservatezza
fiducia
La seconda è lontana
poi vicina
si estende nel tempo
cammina
ha lacci emostatici
prende il tempo
fredda e calda
comprime
La terza è tempesta
si presta
osserva ma poi compra
non riflette
ha il marchio
parla, parla
offende
si difende
Questo mondo
è strano
tu
sei strana
come me
con te che
vuoi guarirmi
con io che
sogno d'amarti
con tutta questa
confusione
di macchine
e chat
e caramelle
e cazzate
che mi fanno
sentire strano
come il mondo
e ci perdiamo
Ho chiaro il momento
che ho smesso di essere
integro
ho chiaro il momento
che ho sentito tutta l'energia
risucchiata in un soffio
poi ho vagato solo
in un eden di maiali
quando non potevo difendere
la mia anima debole
e sono morto tante volte
risvegliandomi sempre convinto
che fosse solo un sogno disperato
Mio piccolo bambino
il tuo cuore è un puzzle
di cui ho perso l'immagine
mi stai tra le gambe pauroso
che possano farti del male
ed hai sempre creduto che
se stavi buono qualcuno
sarebbe arrivato per portarti via
ti avrebbe amato
ma piu' provavi piu' dentro morivi
come una crisalide che non sa
dimenticare il suo guscio che
non crede piu' ormai che
potrebbe essere farfalla